OCEAN ARRAY CLEANUP: un modo geniale per ridurre la plastica - VIDEO

Cari lettori, oggigiorno, il problema della plastica è diffuso in tutto il mondo soprattutto nelle grandi città che costeggiano le zone vicino ai mari e ai grandi fiumi. La plastica è un grandissimo problema che riguarda la flora e la fauna marina, infatti, negli ultimi 15 anni si è calcolato che, a causa di questo tipo d’inquinamento, siano morti più di un milione di uccelli marini e centinaia di migliaia di mammiferi. Attualmente si stima che ci siano, in giro per le acque della Terra, oltre 5,25 trilioni di pezzi di plastica. Un terzo è concentrato in quella che viene chiamata “grande chiazza di immondizia del Pacifico”. I pescatoriogni giorno, quando ritirano le reti raccolgono tonnellate di plastica che nella maggior parte dei casi superano di gran lunga la quantità di pesce contenuto nelle reti. 
Senza contare i danni economici, ogni anno le aziende che operano nei settori della pesca, della navigazione e del turismo perdono 13 miliardi di dollari per colpa dell’inquinamento, e quelli per la salute: si tratta, infattidi materiali cancerogeni che vengono ingeriti dai pesci e che poi l’uomo, a sua volta, introduce nell'organismo.  
Su questo problema non ci si fa molto caso sui giornali o sui telegiornali e ciò non è giusto in quanto è veramente dannoso e colpisce ognuno di noi, allora è giusto parlarne il più possibile e aiutare a trovare delle soluzioni per salvare i nostri oceani e in generale il nostro ecosistema. 
Un’idea a dir poco grandiosa l’ha avuta Boyan Slat. Il giovane olandese a soli 17 anni ha progettato una macchina per raccogliere rifiuti plastici dal mare sfruttando le correnti oceaniche, e pochi anni dopo ha fondato la ong Ocean Cleanup.
La sua innovazione è stata battezzata come “Ocean Array Cleanup”.

Ma chi è Boyan Slat? Cosa è l'Ocean Array Cleanup? A cosa serve? Risolve il problema dell'inquinamento causato dalla plastica?

Il video posto di seguito risponderà chiaramente a tutte le domande.




https://www.youtube.com/watch?v=WFP9-K7CUe8

Come funziona l’Ocean Array Cleanup? 
Come avete già potuto osservare e leggere dal video, la macchina sfrutta le correnti del mare, le stesse che hanno portato alla creazione dell’isola di plastica, per far sì che i rifiuti di plastica si accumulino nelle piattaforme e il mare si pulisca “da solo”. Il sistema è composto da una catena di barriere galleggianti della lunghezza di due chilometri e poste in favore di corrente, senza reti, che convogliano la plastica verso piattaforme che fungono da imbuto. Una volta al mese circa una barca andrà a raccogliere i rifiuti convogliati verso la parte centrale della macchina L’impatto ambientale del macchinario sarà minimo, sfruttando le correnti non necessita infatti di energia per raccogliere la plastica. L’Ocean Array Cleanup non costituirà un pericolo per gli animali marini, secondo i suoi creatori, che potranno passare sotto le barriere galleggianti. 

Come si finanzia la Ocean Cleanup? 
La Ocean Cleanup prevede di autofinanziarsi grazie alla vendita della plastica oceanica che alcuni brand, come Adidas, hanno iniziato a sfruttare comprendendone l’appeal sui consumatori. La pulizia degli oceani, per quanto efficace, da sola non può però bastare, è necessario combattere alla fonte l’inquinamento che sta lentamente uccidendo i mari del mondo con gravi ricadute anche sulla nostra specie.
 “Dobbiamo pulire, ma dobbiamo anche prevenire che la plastica entri negli oceani. Meglio riciclare, meglio usare questi materiali in creazioni di design e regolamentare questi rifiuti. Abbiamo bisogno di combinare queste soluzioni”, ha dichiarato Boyan Slat. 

L’obiettivo finale dell’Ocean Cleanup è quello di coprire un’area di oltre cento chilometri entro il 2021. In questo modo si potrebbe pulire la maggior parte dell’Oceano Pacifico. 


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