La Sicilia, il limone, l'ambiente.
Insieme ai ragazzi del blog "Sapori in tour" (https://saporiintour.blogspot.com/) abbiamo deciso di affrontare una tematica importante, in grado di rappresentare l'interesse comune nella trattazione dell'argomento e di lasciare un messaggio legato al territorio.
La stesura di questo articolo è stato realizzato a più mani, analizzando il prodotto che probabilmente, più di ogni altro, è in grado di rappresentare il legame con la nostra Sicilia.
Il limone.
Il Citrus Limonum comunemente chiamato Limone è una
pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutacee, pianta di origine
asiatiche. Secondo molti autori il
limone sarebbe un antico ibrido tra il Melangolo e il cedro ma da centinaia di
anni si costituisce una specie a sé
stante.
Con il termine limone ci riferiamo principalmente al
frutto, ma questo termine viene spesso utilizzato anche per indicare l’albero,
albero che si presenta con dimensioni varie, infatti, la sua altezza può
variare dai 3 ai 6 metri, caratterizzata da rami spinosi, foglie ovali di
colore rossastro quando la pianta è giovane e verde scuro successivamente, i
fiori del limone sono molto profumati.
Il frutto spesse volte ha una forma sferica, altre
volte si presenta con un forma ovale, dalla buccia ruvida o liscia di vari
colori. dal verde al giallo
(principalmente il colore viene utilizzato per distinguere le varie tipologie
prodotte sul mercato ortofrutticolo a livello mondiale), la buccia esternamente
ha uno strato chiamato Flavedo sottile è invisibile esso contiene al suo
interno delle ghiandole piene di olio essenziale.
All’interno il frutto si presenta incolore, suddiviso
in 6/8 spicchi all’interno di cui troviamo delle vescichette contenenti il
succo acido, il tutto avvolto da membrana parte spugnosa botanicamente chiamata
Albedo.
Oggi, i limoni vengono coltivati in tutto il mondo,
Infatti, numerose sono le varietà botaniche, esse si differenziano solo
nell’aspetto esteriore, infatti, le proprietà e il gusto dell’aspetto interiore
rimango invariati.
In Italia la produzione del limone avviene
maggiormente in Sicilia, a seguire in Calabria, in Campania e in Puglia, infatti, negli anni in queste quattro
regioni, sono stati parecchi i frutti insigniti della certificazione IGP, tra
questi ricordiamo:
·
in Sicilia; il
Limone di Siracusa IGP, e il Limone Interdonato.
·
in Calabria; il
Limone di Rocca Imperiale IGP.
·
in Campania;
Limone Costa d’Amalfi IGP e il Limone di Sorrento.
·
in Puglia; Limone
Femminello del Gargano IGP.
Altre coltivazioni prodotte in Italia sono:
il Femminello Comune, il Femminello Zagara Bianca, il
Femminello Apireno, il Continella, Il Femminello Dosaco, il Femminello Santa
Teresa, Il Femminello Scandurra, il Femminello Lunario e lo Sfusato Amalfitano.
Però è noto che
la Sicilia sia uno scrigno di agrumi tant’è che qui si coltiva il 90% della
produzione nazionale di limoni, di tutte queste varietà, la più diffusa è il
Femminello Siracusano, nome particolare che rievoca la notevole fertilità del
territorio e della pianta, che si contraddistingue dal sapore inconfondibile.
Le sue caratteristiche sono le proprietà
organolettiche, il femminello siracusano è un limone molto succoso ripetto ad
altre varietà, il colore che va dal verde al giallo intenso, la buccia omogenea
e pochi semi.
Esso è un frutto molto ricercato dalle più importanti
case di profumi e di cosmesi del monto per l’alta qualità di oli essenziali che
possiede grazie alla presenza nella sua buccia dell ghiandole oleifere.
Il limone di Siracusa IGP è un agrume anch’esso appartenente
alla specie citrus limon, e viene coltivato nelle varianti di Primo Fiore,
bianchetto o Maiolio e Verdello.
Coltivato in pieno campo con una densità massima di
circa 400/500 piante per ettaro, gli impianti possono essere curati con metodo
convenzionale oppure con metodo biologico (attività che negli ultimi anni sta
prendendo il sopravvento.
Tutte le operazioni colturali vanno eseguite in modo
che si mantenga il giusto equilibrio e sviluppo della pianta, che deve essere
sempre assoggettata da una corretta aerazione ed esposizione al sole.
La raccolta dei frutti è manuale e viene effettuata
direttamente dalla pianta con l’ausilio di forbicine per il taglio del
Peduncolo e si esegue in diversi peridio
dell’anno.
Il limone di Siracusa presenta caratteristiche a
seconda della tipologia :
·
Il primo fiore ha una pezzatura medio – grande
·
Il maiolino ha una pezzature grande
·
Il verdello ha una pezzatura medio -grande
le zone di produzione del limone di Siracusa IGP sono
situate tra 10 comuni quali:
Noto, Avola,
Siracusa, Melilli, Priolo Gargallo e Augusta, Floridia, Solarino, Rosolini,
Sortino.
Il limone per la sua produzione ha bisogno di un clima
favorevole mite e poco ventoso, esso fiorisce e fruttifica in media 2/3 volte
l’anno, infatti per semplicità si possono distinguere i limoni invernali (primo
fiore), il limone primaverile (bianchetto) e i limoni estivi (verdelli).
·
Una prima
fioritura si ha da Marzo ad Aprile, dando vita al limone Primo Fiore.
·
Una seconda
fioritura si ha da Giugno a Luglio dando vita al Limone Bianchetto o maiolino.
·
Una terza
fioritura si può avere da Luglio ad Agosto, dando vita ai verdelli o
“bastardoni”.
Ma i frutti migliori vengono dati dalla fioritura
primaverile, in media annualmente una pianta di limone produce dai 600 agli 800
frutti annui.
Le proprietà del limone sono molteplici, partendo
dalle foglie esse contengono il Limonene, essenza che ha proprietà calmanti e
antispasmodiche, consigliate per i casi di nervosismo, insonnia e palpitazioni
cardiache.
La scorza invece è ricca di oli essenziali, composti
anch’essi da limonene, cumarine e flavonodi, essa è utile per tonificare
l’apparato digerente specialmente in casi di inappetenza e difficoltà
digestive, il succo contiene vitamine appartenenti al gruppo B e vitamine C , Sali minerali e oligoelementi
vari.
Le proprietà che gli si attribuiscono sono varie
legate alla funzione protettiva che svogle il suo principale costituente, la
vitamina C o acido ascorbico.
Il limone contiene una discreta quantità di potassio
che interviene nell’equilibrio acido-base dell’organismi.
Permette la trasmissione degli impulsi nervosi regola
il battito cardiaco, combatte l’eccesso di sodio e mantiene il buon
funzionamento delle cellule, regola la funzionalità di reni e ghiandole
surrenali.
Valori nutrizionali
Su 100 gr di succo (equivalgono al 63% della dose
giornaliera raccomandata)
Con 15 Kcal ogni 100 gr il limone contiene:
Minerali
·
0,1 mg di ferro
·
14 mg di calcio
·
140 mg di
magnesio
·
26 mg di magnesio
·
0,26 mg di rame
·
1 mg di selenio
·
150 mg di
manganese
·
Vitamine
idrosolubili
·
Vitamina b1:0,04
mg
·
Vitamina C 80 mg
·
Folati totali:
200 mg
Vitamine
Iposolubili
B:0,15 mg
Uso in
Cucina
Il limone viene soprattutto utilizzato come
aromatizzante ed elemento decorativo:
·
Per condire carne
e pesce;
·
Come guarnizione
per vari tipi di piatti;
·
Succo per
insalate;
·
In estate per
fare delle ottime Limonate;
·
inoltre è usato
come ingrediente principale per gelati, liquori e frutta candita;
·
Per dolci e
marmellate;
Usi
terapeutici
La vitamina C nel limone abbonda in grandi quantità,
essa interviene in numerosi processi biochimici come la biosintesi del
collagene, della carnitina della norepinefrina, il catabolismo della tirosina e
molti altri effetti benefici sull’organismo tra i quali citiamo:
·
protezione
capillari e vene;
·
azione
antisettica;
·
tonsillite e
faringite;
·
pelle grassa con
tendenza acneica;
·
rimedio per i
denti bianchi;
·
trattamenti per
unghia e capelli;
Usi
alternativi:
oltre a tutti gli usi sopra citati, il limone può
anche essere utilizzato come:
·
disinfettante per
la casa;
·
elimina i cattivi
odori;
·
evita
l’ossidazione dei cibi;
·
allontana gli
insetti;
L’uomo e il
territorio
Il legame dell’uomo con il territorio, nonché con la Natura
circostante, è stato spesso considerato come quello tra madre e figlio; è
infatti inopinabile la valutazione delle bontà naturali e delle ricchezze
derivanti dal sottosuolo che, sfruttate e coniugate con l’ingegno umano, hanno
portato al nutrimento ed al godimento di prodotti non antropomorfi.
Il valore della natura e dei prodotti strettamente legati al
territorio è quindi inestimabile, ma le recenti attività umane, legate sia ad
inquinamento ambientale che ad utilizzo di fertilizzanti, stanno incidendo
negativamente sulle caratteristiche e sulla qualità dei prodotti stessi,
minandone non solo le bontà organolettiche, ma anche la sopravvivenza futura.
La coltura legata all’utilizzo dei pesticidi sta infatti distruggendo
inesorabilmente lo scenario ambientale in cui si collocano le attività
agroalimentari, ma anche quelle legate alla quotidianità; i pesticidi, secondo
la European Food Safety Authority (EFSA) rientrano tra i prodotti fitosanitari
di tipo erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e
repellenti. Sebbene questi prodotti, di natura chimica o micro-organica
(utilizzo di virus) permetta il raggiungimento di obiettivi di produzione,
causa l’ingerimento di sostanze nocive o dannose per l’uomo. Per tale motivo la
quantità di prodotti fitoterapici vendibili, e conseguentemente ingeribili
attraverso l’assunzione di prodotti coltivati, è strettamente regolamentata
dall’Unione Europea.
L’utilizzo eccessivo di pesticidi causa innegabili danni ambientali
e salutari.
L’uomo, a partire dal
coltivatore, è fortemente a rischio con problematiche legate alle vie
respiratorie e a sostanze altamente cancerogene. L’ambiente, invece, nota un
continuo depauperamento delle sostanze del territorio e della fauna
circostante. È necessario fare in modo che prodotti sani crescano in ambienti
santi.
L’Italia, purtroppo, si trova al primo posto in Europa
(secondo la rivista Science) per utilizzo di pesticidi nelle superfici, ben
5,6kg per ettaro, il doppio di quanto utilizzato in Francia e Germania.
Le soluzioni e gli
incentivi
L’agricoltura biologica è la chiave per contrastare i
fenomeni dei cambiamenti climatici e della desertificazione per quanto riguarda
le attività agricole umane. Affinché questo avvenga è però necessario un
maggiore interesse da parte delle istituzioni italiane, in quanto il 97% degli
incentivi viene garantito all’agricoltura tradizionale, lasciando al proprio
destino chi decide di coltivare rispettando l’ambiente. L’incentivo più
importante legato all’agricoltura biologica italiana non fa quindi riferimento
ad un fattore economico, ma alla possibilità di un futuro migliore e più
sostenibile. È indubbio che i riconoscimenti arriveranno a chi, oggi, ha il
coraggio di mettersi in moto per il cambiamento di un sistema troppo legato
alla produttività industriale e ormai scisso dal rispetto ambientale e dalla
qualità dei prodotti.
Crediamo in un futuro migliore, sostenibile e a misura di
uomo. Per fare questo è necessario che tutti, a partire dalle istituzioni,
lavorino insieme per il raggiungimento di una causa comune.
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Post realizzato insieme a:
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